Cercare lavoro o farsi trovare?
Di recente ho letto un post su Linkedin nel quale si suggeriva di evitare di scrivere nel proprio profilo cose come: “in cerca di lavoro” o il più esotico “Seeking for new opportunities”.
Temo sia il retaggio di tempi andati, nei quali molti di coloro che fanno il mio lavoro guardavano con sospetto, nel migliore dei casi, chi un lavoro non lo aveva.
L’assioma era, più o meno, che chi era senza lavoro fosse o uno sfaticato, un piantagrane od un incapace.
I tempi però sono enormemente cambiati e non è così infrequente perdere il lavoro, al punto che oggi forse guardiamo con maggior sospetto coloro che un lavoro lo hanno… se è sempre lo stesso, da molti (troppi) anni.
Cambiare lavoro con una certa frequenza, diciamo ogni 3/5 anni, è probabilmente oggi considerato un segnale positivo, che ci dice di un candidato che ha voglia di lavorare, di intraprendere nuovi progetti, di “crescere professionalmente”.
In più, oggi siamo naturalmente portati a pensare che se una persona non sta lavorando, ciò non dipenda da lui, ma dalle fortune avverse dell’azienda nella quale lavorava.
Infine, molto spesso ci troviamo nella necessità di preferire un candidato attualmente non occupato ad uno occupato, poiché avremo diversi vantaggi: dovrebbe essere disponibile in tempi molto più rapidi, dovrebbe permettere a chi lo assume di avere dei vantaggi (fiscali e/o contributivi) e non ultimo, ci sono buone probabilità che costi meno rispetto ad un candidato di pari valore, ma attualmente occupato.
In conclusione, perché non scrivere che stiamo cercando lavoro?
Qui potrebbe forse essere addirittura il modo migliore per farsi trovare!
Claudio Magni